Surplice: Atavaka
Cavaliere: Zeno
Temperatura: //
Località: Inferi, 5° Cerchio 2° Prigione
Descrizione
In una delle anse che formano la palude creata dal corso dello Stige si erge il dominio di Atavaka. Una palude densa, l’acqua scura ribolle di continuo increspando la sua torbida superficie e rilasciando quasi echi di suoni o voci dal rompersi dalle bolle. Esse sono la prova del supplizio delle anime li imprigionate, degli accidiosi che sono immersi in quella zona continuando a proclamare le loro colpe ancora e ancora in un mantra che si intona per tutta la grandezza di tale luogo. Il terreno palustre è fragile al tocco e si alterna in punti dove le acque hanno creato delle vere e proprie sabbie mobili a piccoli punti dove si può camminare permettendo quello che risulta, a tutti gli effetti, un sentiero di terra battuta segnato da degli alberi scheletrici da dove pendolo delle lanterne di carta dalla parte superiore formata da un metallo che ricorda il bronzo e, quella inferiore di carta bianca da dove brilla una luce violacea che segna il percorso in quella terra malferma e acquitrinosa. Il cammino percorre l’intera prigione fino a giungere alle porte della dimora del custode che si erge sopra una base di rocce scure e teschi bianchi sia di animali che di uomini.
La casa del custode di tale luogo prende la forma di una pagoda dalla pianta quadrata. La struttura a base sulle rocce e sui teschi con due scalinate di pietra che si alzano da due lati del sentiero e arrivano fino al colonnato esterno che sorregge il tetto a piramide della pagoda stessa. Le colonne sono in uno stile che ricorda quello dell’arte nepalese in un legno rosso scuro dal colore sanguineo e che circondano l’intera struttura di legno in un porticato che forma un camminamento interno con la struttura. Non ci sono finestre, il legno scuro mostra scene, su ogni fronte esterno della pagoda, della storia del custode, del mito stesso della surplice in essa custodita con la grande porta centrale che ricorda una bocca aperta munita di due tiranti di metallo con battente. La parte superiore offre un leggero riparo con una tettoia seguendo quel tetto di tegole di legno nero che si solleva verso l’alto con varie decorazioni orientali.
L’interno è un’unica grande stanza dal pavimento di legno e da delle colonne che si trovano ai lati della struttura lasciando il centro libero. Una serie di tappeti rende il camminamento più comodo con lanterne ad olio profumato che donano luce in quel posto altrimenti reso buio dall’assenza di luci. Ogni decorazione interna mostra scende di punizioni dei dannati, la storia del dio Hades e le gesta dell’essere che incarna quella surplice che prende posto in un altare di pietra bianca nella parete opposta all’entrata. Li un trono di cuscini colorati forma il punto dove, il custode del cerchio, prende a sedersi. Non ci sono altre sedute, non c’è altro oltre quel trono morbido che si trova prima dell’altare della surplice in modo che essa sia alle spalle del suo custode. Nella stanza si percepisce un dolce aroma che ricorda quello del fiore di loto e si ode, perfettamente, quel mantra di voci dei dannati li puniti dando la parvenza che essi recitino sempre preghiere al signore degli Inferi.