Scale: Umibozu
Cavaliere: Tom
Temperatura: Min-20°C, Max 12°C
Località:
Il Mare di Okhotsk è un mare all’estremità dell’Oceano Pacifico, delimitato dalla penisola russa del Kamchatka e dall’isola giapponese di Hokkaido. Prende il nome dal porto di Okhotsk che a sua volta richiama il fiume Okhota.
In inverno la navigazione in questa zona è impedita a causa di banchi mobili di ghiaccio, che si formano a causa dell’acqua dolce dei fiumi ne abbassano la salinità in superficie. Questo fenomeno garantisce un’abbondante fauna ittica, tra cui salmoni, balene e granchi giganti. Sono presenti attività vulcaniche sottomarine e giacimenti di petrolio.
Il Mare di Okhotsk è anche chiamato il cuore del Pacifico perché “pompa” ossigeno, acqua fredda e sostanze nutritive nel resto dell’Oceano.
Descrizione
Lungo i fondali più profondi di questo mare, c’è un cimitero di relitti marini, risalenti a partire dai vari periodi di esplorazione da parte degli occidentali in oriente (XVII secolo) fino alla guerra nippo-russa (XIX secolo). Questi relitti sono le prede di caccia di Umibozu che rovescia ed inabissa i vascelli che incontra sul suo cammino.
Tra questi relitti uno è di particolare interesse. Si tratta di un galeone pirata di stile statunitense risalente al periodo Meiji. La nave all’esterno risulta mimetizzata grazie a conchiglie e gasteropodi e altra vegetazione marina che nel corso del tempo si è attaccata allo scafo rendendolo indistinguibile dal resto del fondale.
All’interno la nave è suddivisa in tre ambienti. Quelli che erano gli alloggi del capitano, sotto il castello di poppa ora ospitano le stanze del Cavaliere con un tavolo in legno massiccio e poltrone di varie tipologie; alcune scaffalature con una selezione di libri. Ad un’estremità della stanza dietro al tavolo finestre strette e decorate, al lato opposto un espositore su cui appendere la lancia di Umibozu al bosogno.
Al livello inferiore, al posto della stiva e delle brande dei marinai, da cui si accede dal castello di prua, viene ricavato un unico largo spazio adibito a tempio, riportante immagini sacre a Poseidone e ricordi delle gesta dei precedenti Fudai di Umibozu, man mano che si procede verso il retro della nave l’arredamento si fa più solenne, per fare posto ad un altare su cui sono conservate le scaglie sacre.
Infine al livello più basso, nella zona del magazzino in cui sono ancora conservati materiali che fanno da zavorra alla nave come barili contenenti alcolici, materiali di recupero, armi, palle di cannone e alcuni tesori.
All’esterno le varie creature che abitano quel mare come le balene e i granchi testa rossa, contribuiscono alla protezione del luogo, tenendo alla larga i trivellatori alla ricerca di petrolio ed eventuali intrusi.